Collegamento Doganaccia/Corno alle Scale

Da quando furono stanziate consistenti risorse per il collegamento abbiamo espresso posizione favorevole, ribadita in numerose occasioni. Abbiamo promosso iniziative insieme a Confesercenti Bologna. Ricordo quella tenuta a San Marcello che vide la presenza di 500 persone.

Cosa mi stupisce nella irragionevole contrapposizione? L’ostracismo ad oltranza dei contrari, in nome della tutela dell’ambiente. Tutti dobbiamo avere a cuore la salvaguardia dell’ambiente, bene comune che si consuma e si distrugge nel pianeta.

Ci domandiamo perché questa contrarietà ideologica ad una infrastruttura importante sia quando la montagna è bianca, sia quando è verde.

La ragione principale della nostra preoccupazione quale rappresentanza delle imprese si riferisce ad una visione che consideriamo sbagliata nel no all’impianto perché nega di fatto il PLURALISMO che è un valore per la democrazia e quindi anche per l’economia. La monoproduzione rende la popolazione un ostaggio. I territori conoscono il benessere materiale e cercano la felicità quando c’è pluralismo e libertà di opportunità. Hai la monoproduzione floricola, oppure calzaturiera, o ancora termale. Quando cadono per problemi irrisolti, cadono occupazione, redditi e valore economico. Esempi concreti molto vicini. L’assenza di pluralismo economico comprime la libertà creativa e l’iniziativa economica. Nessuno si deve sentire oppresso. Le imprese esistenti sul territorio vanno rispettate, considerate, aiutate. Hanno diritto di costruire il proprio futuro. L’unico obbligo è rispettare la sostenibilità ambientale e per questo ci sono gli organi preposti dalle leggi.

Confesercenti sostiene la necessità per la montagna di una sintesi tra le diverse tipologie di offerta turistica. I veti assoluti sono sbagliati. Attività alberghiere, B&B, bar, ristoranti, agriturismo, negozi devono avere voce in capitolo e crescere negli investimenti e nella loro capacità di attrazione. La funivia è una infrastrutture utile a queste finalità. Se l’impresa familiare diffusa muore lo spopolamento della montagna è inevitabile ed è impossibile la salvaguardia del territorio. Un’ultima cosa. Il collegamento è un presupposto per lo sviluppo dell’Appennino, non la soluzione. E’ un punto di partenza. E’ veramente l’ora di un Piano Strategico Complessivo dell’Appennino con al centro le infrastrutture viarie, il trasporto pubblico, le politiche per favorire gli investimenti, lo strumento di promozione e commercializzazione dell’offerta.

Altro che lotta senza quartiere e divisiva contro la funivia. Lotta unitaria e forte per far vivere una nostra grande risorsa, tutelarla e farla crescere.

5 dicembre 2023                                        Riccardo Bruzzani