La crescita rallenta – Cala la fiducia delle imprese- Arrretramento delle vendite nei negozi tradizionali

I dati IRPET per la Toscana affermano che la produzione industriale rallenta. Fermarsi sul dato del PIL significa nascondere tale la tendenza. L’inflazione resta alta. Il 53% delle famiglie ha una perdita del reddito che comporta la riduzione dei consumi. I tassi d’interesse volano. Nel 2023 il 16% delle famiglie è in povertà. Nel 2022 era il 14%. Il 60% arriva con fatica a fine mese. Il turismo fa il pieno, le imprese energetiche e altre, le banche fanno super profitti. Si registra però il calo di fiducia delle imprese, molto grave per i negozi tradizionali. A maggio il calo vendite è dell’11,9%, a giugno è stato del 6,9%. Si rischia veramente una nuova uscita di migliaia d’imprese. Dire la verità non è gufare. Nei settori che tirano il 96% delle imprese non trovano dipendenti e per il 48% neppure i candidati. Nel manifatturiero il 31% delle imprese non trova personale qualificato. Il 21% delle imprese di altri settori non è ritenuto appetibile. Pistoia risulta sostanzialmente allineata. Occorrono interventi strutturali per la competitività delle imprese e per il mercato del lavoro. Le vere priorità sono: aumentare il reddito netto dei dipendenti con la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e gli incentivi per l’assunzione dei giovani al termine del percorso di inserimento. Ma nel turismo e nei pubblici esercizi la criticità principale a trovare personale si riferisce alla necessità di lavorare la sera e nel week-end. Le imprese del settore, che dopo la pandemia si sono riposizionate, hanno bisogno di un’occupazione solida e qualificata, in un mondo dove le priorità delle persone sono cambiate ed è salita la richiesta di un equilibrio tra tempi di lavoro e di vita. Anche l’organizzazione aziendale esige cambiamenti. Siamo di fronte a nuovi ed inediti scenari di evoluzione e cambiamento del lavoro, nell’epoca della transizione ecologica e digitale, della qualificazione e riqualificazione professionale. Rimane il valore dei rapporti personali e dunque di umanesimo per dare ai giovani la prospettiva di potersi costruire un futuro attraverso il “mestiere” ed il suo necessario rinnovarsi. Alla fine resta fondamentale il bisogno di “sentimenti e di parole sapientemente scelte” come ha scritto Alda Merini, affinché il lavoro non sia privo di soddisfazione e si esca dalla sfiducia.

Pistoia, 4 luglio 2023

Riccardo Bruzzani