Il numero di POS è raddoppiato dal 2015 ad oggi, senza bisogno di multe. Ma rimane il problema dei costi di
utilizzo delle carte, che azzerano i margini di guadagno su alcuni prodotti
Che la questione delle sanzioni sul POS sia diventata l’argomento più da attenzionare della manovra di
bilancio ci pare veramente paradossale. Il problema della moneta elettronica non sono le sanzioni, il
problema sono le commissioni. Così Confesercenti.
Un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro. Se il pagamento del
bollo – o di qualunque altro bollettino – viene effettuato con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano
o quasi il guadagno. Un rifornimento di benzina di 50 euro, pagato con alcune carte di credito, porta
addirittura al di sotto dello zero il margine del benzinaio.
Si ritiene che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei
pagamenti elettronici. Bene. Noi siamo d’accordo. Non ci va di fare passare intere categorie per ‘furbetti’. Si
azzerino però i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro e se si vuole, a questo
punto, si mantengano pure le sanzioni.
Da sempre pensiamo che una maggiore diffusione ed utilizzo delle carte di credito e debito sia opportuna ed
utile. Anche perché pure gestire il contante è un onere: non sono costi immediatamente visibili ma ci sono,
dal rischio rapine alla necessità di assicurazioni e sistemi di sicurezza, il problema delle banconote false, etc…
Proprio per questo, i POS sono stati adottati dalle imprese anche senza sanzioni: nel 2021 ce n’erano 3,9
milioni, oltre il doppio del numero del 2015. E anche le transazioni in moneta elettronica sono letteralmente
esplose negli ultimi due anni, complice la pandemia: nel 2021 sono state circa 3,8 miliardi, il 52% in più del
2019. E il totale del transato ha toccato i 183,6 miliardi di euro, il 35% in più. Anche il 2022 è partito con
l’acceleratore: nei primi sei mesi le sole carte di debito hanno totalizzato oltre 98 miliardi di euro in 2,1
miliardi di operazioni, il 20% in più dello stesso periodo del 2021. Un boom che però ha dei costi notevoli per
gli esercenti: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo.
Per questo da sempre chiediamo, in particolare per alcune categorie, l’azzeramento delle commissioni sui
piccoli pagamenti. Modernizziamo la rete, dotiamo tutti di POS e a lettura veloce contactless. Anche per
quanto ci riguarda, riteniamo giusto che chi vuole pagare con la carta di credito lo possa fare. Ma fino a che
non si saranno compensazioni con i costi delle commissioni, non si può chiedere di accettare i pagamenti via
POS e rimetterci. Specialmente sui servizi utili per i cittadini – come i pagamenti dei bollettini, delle multe ed
altro – che con la riduzione di bancomat e uffici postali sul territorio (ne sono scomparsi circa 8.700 dal 2015)
si sono trasferiti presso negozi, edicole e tabaccai. Ma con 10 bollettini da 100 euro al giorno pagati con
alcune carte, il commerciante ci rimette dieci euro. Rimane poi il tema della percentualizzazione delle
commissioni, direttamente proporzionali all’importo pagato, che almeno dovrebbe favorire l’azzeramento
dei costi per i pagamenti minimi. Questo darebbe davvero una mano alla diffusione della moneta elettronica.
Anno | Bancomat/Atm | Uffici Postali | Numero di Pos attivi |
2015 | 30.258 | 13.048 | 1.945.629 |
2021 | 21.650 | 12.761 | 3.910.052 |
Var. (% e ass.) 2015/2021 | -28,40% | -2,25% | + 1.964.423 |