Per riaccendere il futuro serve una svolta: determinante il patto tra pubblico e privato

In tempi di pandemia consideriamo essenziale la ricerca del complesso equilibrio tra la difesa della salute e la salvaguardia dell’economia. Occorrono misure concrete per conservare in vita le imprese, l’occupazione e la coesione sociale. Ma il virus sarà sconfitto e dobbiamo pensare al futuro: senza speranza non si vive nel drammatico presente.

Mobilità, green, benessere sono il futuro che vedono agricoltura, manifatturiero, turismo e terme strettamente intrecciati. Determinante è un patto tra pubblico e privato, politica e imprese. C’è bisogno di una svolta: gli imprenditori, i dipendenti, i giovani vogliono sapere dove andiamo. Il futuro si è spento: dobbiamo riaccenderlo. 

E’ necessario pertanto costruire un modello di sviluppo sostenibile condiviso da tutti gli attori pubblici e privati, da realizzare nei prossimi 10-15 anni per ottenere competitività e attrarre investimenti e presenze. Ora bisogna trasformare slogan in progetti concreti. La domanda è: per quali motivi gli imprenditori dovrebbero investire in questa realtà territoriale? La risposta deve essere: conviene farlo qui perché ci sono progetti integrati e accordi tra pubblico e privato.

Montecatini vede le sue terme disastrate e un turismo ormai inesistente. Dobbiamo rimettere la città sul mercato e gli imprenditori devono essere coinvolti nella progettazione della “nuova” Montecatini, dove le Terme siano rilanciate e dove sia presente un’ampia offerta di prodotti capaci d’incontrare la domanda. E’ fondamentale elaborare progetti su come rimettere la città e le Terme sul mercato del turismo nazionale e internazionale. Occorre dotarsi di prodotti termali, turistici, ambientali in sintonia con la domanda: acqua, benessere, sport, sanità. Qual è il progetto per il parco? E a quali destinazioni si pensa per Torretta, Salute, Tettuccio, Excelsior, Tamerici?

Proprio a proposito di quest’ultimo stabilimento: si è parlato molto sulla stampa del decentramento del Museo degli Uffizi, quale scelta strategica e di arricchimento culturale ed economico. Ci sono due presupposti importanti: il patrimonio architettonico delle Terme che può essere utilizzato (e non a caso si è parlato dell’Excelsior) e il ruolo della Fondazione Caript. Pensiamo che valore potrebbe avere un polo museale della provincia di Pistoia che si fondi sulle strutture presenti a Pistoia e sul museo decentrato degli Uffizi a Montecatini, città che dispone di 10.000 posti letto.

Proprio in quest’ottica a inizio anno avevo scritto una lettera al direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, nella quale sottolineavo la sostenibilità di questo progetto proprio grazie ai fattori sopra elencati: stabilimenti termali, Fondazione e alberghi. Una simile opportunità darebbe un contributo esemplare all’obiettivo di rimettere la città, le Terme e il turismo sul mercato.

Montecatini deve diventare una città sostenibile, con un’offerta termale da ricostruire e tale da rappresentare un modello da visitare. E’ così che arriveranno investimenti per le Terme: l’uscita dalla crisi è possibile percorrendo strade per la complessiva qualità dell’offerta del territorio.

Riccardo Bruzzani