Non demonizzare lo smart working, ma e’ necessario tornare a lavorare sul posto

La nota Irpet del 30 luglio illustra i vantaggi con il lavoro remoto per il sistema trasporto, l’inquinamento, la riduzione di incidenti e della congestione stradale. Demonizzare lo smart working è irrealistico. Semmai questa forma di lavoro deve essere regolamentata da norme di legge e contrattuali.

Quello che veramente conta però è dare efficienti servizi ai cittadini. La pubblica amministrazione deve diventare moderna e la burocrazia snella. La realtà di oggi è assai lontana da questi obiettivi. Davanti ad alcuni uffici pubblici del nostro territorio provinciale (vedi Agenzia delle entrate, banche, Camera di commercio, Comuni, Inps e altri) sono visibili consistenti file di cittadini che incontrano difficoltà a trovare l’interlocutore. La pandemia, nefasta per le imprese e l’occupazione, non ha compiuto il miracolo di fare dell’Italia un Paese innovativo ed efficiente.

E’ necessario che si torni a lavorare in ufficio. E’ auspicabile nel frattempo un’indagine sulle conseguenze economiche determinate dallo smart working. La caduta dei consumi per bar, ristoranti, negozi, ambulanti del nostro territorio è impressionante. Tanto è vero che il governo nazionale prevede incentivi per incrementare i consumi. La pandemia ha colpito la parte dei lavoratori di aziende che sono state chiuse nei settori del turismo, del commercio, della ristorazione e oggi non riescono a recuperare ricavi soddisfacenti. Dipendenti pubblici, anche privati delle aziende che sono rimaste aperte, hanno conservato il proprio reddito. I risparmi sono cresciuti. Ma chi lavora a casa non consuma i pasti fuori e neppure acquista qualche capo di abbigliamento. Ci saranno meno incidenti stradali, ma anche chiusure di attività, perdite occupazionali, città desertificate.

La Regione sta facendo promozione turistica usando la parola Rinascimento come rinascita della vita e delle attività economiche. Le città del Rinascimento furono progettate con le piazze, le botteghe, le funzioni pubbliche. E’ il valore della socialità non sostituibile del bar, del ristorante, dei negozi di vicinato, dei mercati, insomma delle nostre città.

Il lavoro smart e la digitalizzazione hanno il fine della produttività, dell’efficienza, della qualità tempestiva a favore dei cittadini. Se questo non si verifica non ha senso e produce effetti negativi molto gravi. Al tempo stesso, il valore della socialità è insostituibile e non deve essere perduto. Non è semplice trovare una soluzione capace di fare sintesi. E’ importante lavorare per gradi, creare le condizioni, individuare percorsi e verificare i risultati.

Riccardo Bruzzani

Direttore Confesercenti Pistoia