PARRUCCHIERI E ISTITUTI DI BELLEZZA: TROPPE INCERTEZZE, SERVONO CHIAREZZA E INTERVENTI SU TASSE E FLESSIBILITA’

Emergenza Coronavirus, ecco le richieste di Assoacconciatori Confesercenti

Negli ultimi giorni sta aumentando il clima di incertezza e apprensione nel settore “bellezza e benessere”, che raccoglie parrucchieri e centri estetici. Confesercenti, attraverso il suo sindacato Assoacconciatori, esprime la piena vicinanza e supporto alla categoria, rappresentata a livello locale da Luana Grazzini, imprenditrice di Ponte Buggianese (titolare dell’esercizio “Fashion Italy” e presidente del Centro commerciale naturale), che assieme alle colleghe di Borgo San Lorenzo Francesca Corsi e Sara Marescotti ha elaborato una serie di richieste.

1) Chiarezza e certezza delle regole. E’ necessario un quadro dettagliato in materia di igiene e sicurezza, affinché le aziende possano organizzarsi nei tempi utili per la riapertura.

2) Contributo a fondo perduto di 5mila euro che copra le ingenti spese di adeguamento dei locali (costi che per molti mesi graveranno sulle imprese sia per l’acquisto di materiali necessari per la messa in sicurezza, che per consulenze tecniche e professionali che saranno necessarie). 

3) Annullamento imposte, tasse e contributi per almeno due anni (2020-2021) a livello nazionale, regionale e comunale.

4) Moratoria per i costi relativi alle utenze, fornitori ecc. 

5) Credito d’imposta sugli affitti (innalzamento al 100% e ampliamento alle categoria catastali C1, C2 e C3).

6) Aumento del sussidio pro-partite Iva da 600 a 1.000 euro per chi ha subìto una chiusura effettiva dell’attività. 

7) Proroga della cassa integrazione anche in presenza di un solo dipendente, per almeno per altri 6 mesi.

8) Maggiore flessibilità (per i primi tre mesi dalla riapertura) nell’orario e nei giorni di lavoro.

 “Auspichiamo che le richieste formulate – dice Luana Grazzini, membro del direttivo nazionale di Assoacconciatori Confesercenti – vengano prese in considerazione, valutate e soprattutto accolte se non in toto, almeno in parte. In questo momento la categoria dedicata alla ‘cura della persona’ è tra quelle più a rischio contagio e dovrà di conseguenza adeguare al meglio i propri locali (si sente dire che dovranno essere dedicati ben 40 mq a cliente), i propri mezzi e le proprie attrezzature per tutelare i titolari dell’attività, i dipendenti e i clienti. Le spese da sostenere (tra divisori in plexiglass, mascherine, guanti, gel disinfettanti e periodiche sanificazioni) saranno consistenti e dovranno essere ‘ripensate’ le modalità e le tempistiche di lavoro. Inoltre permangono troppe incertezze sulla data di ripartenza (non si sa se sarà il 4 o il 12 maggio)”.