LE IMPRESE E LE ASSOCIAZIONI SOPRAVVIVERANNO?

L’emergenza assoluta è la guerra al coronavirus. L’emergenza prioritaria è salvare l’economia. Salvare la vita delle imprese ed il lavoro. Sanità, scuola, pensioni, stato sociale, università, ricerca, polizia, esercito, tutela del territorio non sarebbero garantiti con una lunga recessione a due cifre, il cui sbocco sarebbe la grande depressione degli anni 20. Altro che vincoli per il debito pubblico che si presume andrà velocemente al 150% con un PIL fortemente negativo. Con le imprese morte e la disoccupazione conseguente il Bilancio dello Stato non avrebbe le entrate necessarie per il suo funzionamento. Neppure i Comuni e le Regioni potrebbero reggere i loro Bilanci. Ecco cosa è in gioco. Occorre subito grande liquidità per salvare l’economia e con essa la coesione sociale e la democrazia. Al tempo stesso bisogna già lavorare per la fase due e tre. Come ripartono commercio, bar e ristoranti? E’ necessario pensare già un piano graduale di ripartenza, garantendo le misure di sicurezza. Per la fase tre, anche per il terziario sarà vitale un piano di sviluppo basato su grandi investimenti pubblici. Non è realistico ritenere che saranno i consumi che erano statici prima del virus a trascinare la ripresa. L’Europa deve decidere subito più integrazione e dotarsi di strumenti comuni. Lo sconvolgimento totale che viviamo cambierà l’economia, lo Stato, la burocrazia, le imprese, il lavoro, le persone, i valori. Ci vuole il coraggio di affrontare una ripartenza mobilitando tutte le risorse produttive.

La rappresentanza economica e sociale continuerà a vivere se ci saranno le imprese. Cosa dobbiamo fare noi associazione delle piccole e medie del commercio e del turismo?

Diventare parte attiva del nuovo sviluppo. Entrare in gioco per la crescita dei territori. Essere in sintonia con un nuovo piano regionale di sviluppo per una Toscana moderna, competitiva, sostenibile, capace di superare le differenze economiche esistenti al suo interno. Puntare sulle risorse del nostro territorio, dotarsi di un  piano strategico. A Pistoia ci sono i presupposti. Una grande azienda internazionale che costruisce la mobilità sostenibile, il vivaismo, il turismo di Montecatini con il rilancio delle Terme. A questi settori trainanti si possono agganciare aree in crisi come la Montagna, la crescita turistica di Pistoia, risorse da valorizzare come il Padule, l’agricoltura, il manifatturiero, il commercio di vicinato e la ristorazione che hanno una vera prospettiva soltanto se collocati in un sistema economico. Ne abbiamo parlato tanto prima del virus, ma sostanzialmente a vuoto. E’ finito il tempo delle indecisioni e dei rinvii.

Per fare tutto questo dobbiamo cambiare tutti. La tragedia che viviamo ne ha accresciuto la consapevolezza. Ci sarà più disponibilità mentale. Pensiamo alle scuole chiuse. Si è sperimentato la scuola con il web. Come ha funzionato? A macchia di leopardo. Insegnanti e famiglie non sono tutte alle stesso livello. La dotazione degli strumenti e la conoscenza sono ineguali. La differenza di classe si riafferma se non si ammoderna tutto il Paese e si mette tutti in una condizione di parità. La formazione per gli imprenditori e i loro dipendenti, anche quella obbligatoria (haccp, sicurezza), oltre quella finanziata per il lavoro, in parte si può fare on-line, con precise regole affinché sia seria. Occorre sostenere le agenzie affinché si dotino degli strumenti. Occorre finanziare i corsi, per far crescere la cultura del cambiamento. Le reti di imprese, strumento fondamentale per le piccole e medie, e l’innovazione tecnologica non si realizzano senza il sostegno pubblico. E’ da ripensare completamente il modo di essere dei negozi di vicinato; come essi possono stare sulla rete per far vivere le città. E questo è un tema di valore generale che ha bisogno di scelte e di risorse pubbliche, oltre al ruolo attivo degli imprenditori.

 Pistoia, 3 aprile 2020                                                                     Riccardo Bruzzani