“Occorre anche affrontare la spinosa questione dei Silenti, cioè di coloro che non hanno raggiunto il minimo dei requisiti pensionistici. Non è accettabile liquidare una ‘ingiustizia’ come i cosiddetti silenti dando solo una risposta contabile e di sostenibilità. Una forza sociale come la nostra deve mettere all’ordine del giorno la ricerca della soluzione migliore che salvaguardi tutti gli attori di questa problematica”.
Questa frase è scritta nel programma elettorale della Fiarc (e dei suoi alleati Anasf e Federagenti) con la quale abbiamo chiesto i voti nell’ultima tornata elettorale per eleggere la nuova governance della Fondazione.
Da quest’anno (16 ottobre 2024) ai silenti della Fondazione viene riconosciuta un’importante copertura sanitaria, che rappresenta oltre ad una risposta concreta su un terreno delicato come la salute, un primo importante riconoscimento per un welfare più inclusivo.
Risultato che la Fondazione ha evidenziato già nel corso dell’Audizione presso la Commissione Bicamerale per il controllo degli Enti Previdenziali dello scorso 19 settembre.
Oggi possiamo quindi rivendicare una prima e importante risposta a questi colleghi (i cosiddetti “silenti”) e, se le informazioni in nostro possesso sono giuste, la Fondazione Enasarco è l’unico ente previdenziale che non risponde solo con “ci sono impossibilità tecniche e legislative” per dare una risposta concreta.
Ma ci preme ricordare anche che già nel 2012 con l’ultima riforma del Regolamento sulle Attività Previdenziali della Fondazione si è inserita una importante modifica che di fatto, a partire da quella data, non si creano più silenti in quanto sono sufficienti cinque anni per avere, attraverso specifiche norme e procedure, una rendita previdenziale.
Il problema sollevato anche dall’on. Furfaro, con un ordine del giorno approvato dalla Camera dei deputati sulla questione ‘silenti’, merita quindi tutta la nostra attenzione e siamo disponibili a ricercare tutte quelle ulteriori e necessarie risposte sul tema, che riguarda sì la Fondazione Enasarco, ma anche, a partire dalla stessa INPS, tutto il mondo della previdenza.
La soluzione è quindi da ricercare solo in una legge nazionale capace di dare risposte a questa “ingiustizia” e contemporaneamente di salvaguardare la sostenibilità economica di tutti gli Enti previdenziali interessati.
Comunicato stampa di Fiarc Confesercenti Nazionale