L’obiettivo è la pace. La guerra e le conseguenze dei prezzi, dell’inflazione, dei costi dell’energia, la sfiducia hanno bloccato tutto.

Mi sono chiesto se per quel ruolo che rivesto in Confesercenti era giusto intervenire. Ho deciso di farlo perché la questione dell’invasione dell’Ucraina, la guerra e la pace, non sono temi di partito ma di tutti ed hanno vitale importanza per i cittadini, le imprese, il lavoro, i giovani e la coscienza di ogni essere umano.
Ragioniamo con animo aperto. Daniela Belliti ha motivato con dolore il suo abbandono al PD e ha espresso il suo impegno per affermare la cultura della pace. E’ un grande tema che merita rispetto e confronto. L’inaccettabile invasione della Ucraina da parte di Putin impedisce di porre sul tavolo la questione? Il riarmo come strategia è l’unica strada? Non è possibile distinguere i doverosi aiuti umanitari e di difesa all’Ucraina ed il valore primario della pace. Sono pochi gli apprezzamenti per le voci che si alzano a difesa dell’Ucraina e per chiedere la fine della guerra. Non è infondato il sospetto che la guerra si voglia prolungare. Si dice: è in corso una battaglia delle democrazie contro le dittature e le democrazie occidentali devono essere in grado di difendere chi è stato invaso. Certamente. Ma questo non significa non porre come democrazie l’obiettivo strategico per l’umanità di ridurre gli arsenali nucleari e convenzionali. La sicurezza si afferma abbassando la quantità degli ordigni che porterebbero alla distruzione del pianeta. E’ il tempo di discutere del bisogno di un nuovo ordine mondiale. Si va verso la contrapposizione tra Oriente ed Occidente. Se guardiamo al passato ed all’oggi “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Nessuno può dare lezioni. Si pensa che questo tema sia risolvibile in una battaglia planetaria finale, dove le democrazie sconfiggono le dittature? Sarebbe la distruzione del pianeta. E’ poi dimostrato che la democrazia non si esporta con l’occupazione militare. Cina, Russia, India, Pakistan e altri Stati dell’Africa da una parte, Stati Uniti, Europa dall’altra, sono schieramenti con interessi comuni e posizioni diversificate. Gli organismi internazionali sono paralizzati ed inefficaci. E tanta parte dell’umanità muore causa guerre, fame, carestie, assenza di cure. Si ritiene che la soluzione sia nello scontro tra globalizzazione selvaggia e sovranismo? L’Europa ha un ruolo fondamentale per salvare la pace. Ma deve avere una politica estera e di difesa comune, in un rapporto di alleanza con gli U.S.A. In questo ambito, vanno collocati gli stanziamenti per la difesa Europea. Non è maturo questo tempo e non ci sono attualmente le condizioni? Il percorso da fare però è questo. Porre il problema che la politica, compreso il PD, non mettano l’elmetto e riflettano sull’aumento delle spese militari e sulla strategia per costruire la pace è un merito, certamente non una colpa. Anche nei partiti dell’Occidente bisogna riconoscere che la democrazia nei partiti non è cosa scontata. Oggi vedo nel nostro mondo economico una grande preoccupazione. Superata la fase dell’emergenza pandemica c’erano l’aspettativa e l’impegno per la ripartenza. La guerra e le conseguenze dei prezzi, dell’inflazione, dei costi dell’energia, la sfiducia hanno bloccato tutto. Di questo parlano le associazioni economiche, mentre la politica rassicura. Bisogna dire la verità. Pace, salvezza delle imprese, occupazione, benessere sociale, solidarietà sono strettamente legati.
Pistoia, 5 aprile 2022
Riccardo Bruzzani