Fatti, non discorsi e promesse. Questo chiede con lucidità Confesercenti Pistoia

La partecipata e composta manifestazione del 1° marzo a Pistoia degli imprenditori del terziario non deve essere stata inutile, anche se siamo in zona rossa non sappiamo per quanto. La tenuta psicologica è veramente al limite. Un anno fa il Presidente Lorenzini auspicava che nel 2021 si potesse tornare a lavorare con fatturati vicini a quelli del 2019 con la riconquista della socialità. Tutte le previsioni sono saltate. La crescita dei contagi è innegabile e le misure di contenimento sono obbligate. Occorre da parte del Governo una vera  programmazione della gestione pandemica. Gi imprenditori devono avere dei riferimenti i più certi possibile per salvare le loro imprese. Nell’immediato sono indispensabili RISTORI automatici e consistenti con riferimento al fatturato 2019. La moratoria fiscale per il 2021 deve essere conseguente. La Cassa Integrazione deve arrivare ai dipendenti con tempestività. Il Piano vaccinazioni a tappeto, con la disponibilità dei vaccini e con l’organizzazione per iniettarli, è la vera ancora di salvezza. E’ amaro constatare che l’Italia e l’Europa non abbiano produzioni proprie. Nei secoli scorsi erano all’avanguardia. Pensiamo all’Istituto Pasteur. E’ il risultato delle politiche sbagliate, dell’assenza dello Stato nella ricerca,  della Sanità Pubblica colpita dai tagli indiscriminati, delle privatizzazioni selvagge. Negli USA, paese guida del capitalismo, lo Stato Federale stabilisce un rapporto stretto con le multinazionali farmaceutiche. Oggi vediamo cosa questo significa per la produzione dei vaccini.  

Vogliamo fatti, non discorsi e promesse. Confesercenti, nonostante tutto, non rinuncia a ragionare con lucidità. La faticosa tenuta di comportamenti responsabili, però, ha bisogno di atti di governo concreti e di una visione lungimirante che sappia parlare alle imprese e al Paese intero per dare credibile speranza per il futuro.